mercoledì 24 ottobre 2012

ARRIVA IL GIALLO


Quest'anno la nostra Compagnia si cimenterà con un grande classico di Agatha Christie: " Trappola per topi" (The Mousetrap). Questo lavoro ha riscosso un successo internazionale. È stato rappresentato a Londra per la prima volta il 25 novembre 1952 ed è replicato da oltre 60 anni, ogni sera, al St. Martin’s Theatre.
La storia è ambientata all’interno di una tipica pensione inglese, “Castel del frate”. Gli albergatori, una coppia giovane, appena sposata, e senza esperienza, accolgono, in una fredda serata, mentre imperversa una bufera di neve, i loro primi cinque ospiti. Tutti hanno un’aria strana e sospettosa. L’ambientazione quindi è quella classica da thriller e la suspance sale quando la radio dà una tremenda notizia: a Paddington, in Culver Street 24, è stata assassinata una donna e la polizia non ha idea di chi possa essere l’assassino. Questo crimine  sembra avere un legame con un fatto di cronaca, accaduto qualche anno prima, in cui erano coinvolti tre poveri bambini, vittime di maltrattamenti. I Ralston, appresa la novità, appaiono spaesati, perché i clienti sono davvero molto strani e danno l’impressione di nascondere qualcosa, quando alla locanda arriva un sesto ospite: è il sergente Trotter, che sta indagando sulla morte della signora e al tempo stesso vuole proteggere i protagonisti dall’assassino, ancora a piede libero. Secondo Trotter, l’omicida potrebbe essere uno degli ospiti giunto in casa con l’intenzione di uccidere ancora sulla scia della tipica filastrocca dei “Tre topolini ciechi”: mancherebbero quindi ancora due vittime. Nel frattempo, il tempo impietoso ha reso le strade impraticabili e tutti i personaggi della commedia sono consapevoli di essere intrappolati in albergo...

 
Provate ad indovinare l’assassino e… buon divertimento!                                                                                        PEPPINO COLACE


 

venerdì 12 ottobre 2012

STAGIONE 2012 - II FESTIVAL DI REGIA F.I.T.A.


"Ottima e   precisa  definizione  della    caratterizzazione   dei personaggi; brillante coordinamento e giusta armonia degli attori in scena. La personale lettura del testo ha evidenziato la parabola tra la vita e la morte con un pensiero leggero ed efficace". Questa la motivazione del premio  vinto da Peppino Colace   al  II  Festival di  Regia  organizzato  dalla  FITA.  Un grazie a tutta la compagnia Archivio Futuro ed una menzione speciale ad Alessandra Vispo, per la sua ispirazione iniziale





http://www.fitacampania.it/FestivalRegionalediRegiaIIEdizione/tabid/517/Default.aspx
 

STAGIONE 2012 "VADO PER VEDOVE"


Giuseppe Marotta volle definire questo copione “farsa all’italiana”. È una modestia a dir poco sprecata. Si tratta di una commedia che non bara, con un tanto di onestamente tradizionale che rassicura, che procede di invenzione in invenzione e corre sulle ali di una fantasia umoristica fluente; straricca di immagini impreviste, estrosamente barocche, mai fini a sé stesse, irradiante quell’espansivo calore umano che è la inconfondibile caratteristica dello scrittore, anche quando la realtà esce maggiormente deformata in senso grottesco.

E’ semplicemente una commedia comica, semplicemente, esclusivamente comica, dove gli atti sono atti, le scene sono scene, i personaggi sono personaggi, i fatti sono fatti, le battute arrivano dritte al bersaglio senza mancare un colpo. E questo, per certa gente che considera il riso a teatro come un’onta e commisura l’importanza dei copioni in proporzione alle sofferenze meningee provocate nello spettatore,  questo è una grave colpa. (Poi uno va a rileggersi Molière, Goldoni, Shaw e capisce cos’è il teatro comico).

Il protagonista di questa commedia, Eduardo Palumbo, si è fatto una posizione con la coltivazione delle vedove. I suoi ferri del mestiere sono gli annunci mortuari. È lì che, con l’occhio infallibile di una sicura esperienza, egli sceglie la sua merce. La classifica, la seleziona, la valuta. Non basta leggere “La vedova inconsolabile”; deve essere anche priva di parenti collaterali della buonanima, disporre di mezzi sufficientemente comodi; soprattutto, non aver superato una certa età.

Don Eduardo ha i suoi informatori. Individuata la preda, si presenta. La sua opera si svolge in due direzioni. Una, sollevarla dai tristi ricordi facendosi regalare, con la scusa di far della beneficenza, il guardaroba del defunto, subito immesso nel redditizio commercio dell’usato; l’altra, più delicata, riservata e consistente: mercé finte sedute spiritiche, far credere di accogliere nel proprio terrestre involucro carnale, lo spirito ultraterreno del trapassato e consentirgli, tramite questo veicolo puramente strumentale, di ottemperare, di tanto in tanto, ai doveri coniugali esercitati in vita. I guai cominciano il giorno in cui perde la testa e si lascia persuadere a sposare una vedovella più vogliosa e intraprendente delle altre…
 



 



STAGIONE 2011 TREDICI A TAVOLA


DALLA CUCINA DEL CASTELLO DI ELSINORE… ALLA SALA DA PRANZO DEI CONIUGI VILLARDIER!

Dopo l’esperienza di “Amleto in salsa piccante” la compagnia “Archivio Futuro” rimane in ambito “culinario” con “Tredici a tavola” del francese M. G. Sauvajon, una commedia brillante che ironizza con garbo sull’assurdità di alcuni comportamenti umani legati alla superstizione e di come questa possa sottilmente condizionare la vita di tutti i giorni.

E’ la vigilia di Natale e Maddalena, perfetta padrona di casa dell’alta borghesia, ha organizzato una cena con gli amici curata in ogni minimo particolare. Stanno per arrivare gli invitati e bisogna controllare che tutto sia a posto; Maddalena vuole che tutto fili liscio. I problemi cominciano quando si accorge che la riuscita della serata è minacciata dal numero dei commensali: tredici. Il tredici è un numero dalle multiformi possibilità, ma pare che “tredici a tavola” sia da evitare come la peste e la nostra padrona di casa si impegna per scongiurare a tutti i costi la “catastrofe”. Alla superstizione si aggiunge anche l’arrivo di una signora, misteriosa ed esplosiva nel carattere… e non solo, per cui il panico, misto ad una buona dose di cocciutaggine, fa da padrone.






Questo spettacolo ha partecipato alla rassegna  FITA Campania Felix 2011 ricevendo il Premio Migliore Regia (Peppino Colace) e le nomination per la migliore attrice protagonista (Alessandra Vispo) e migliore allestimento scenografico.

lunedì 11 gennaio 2010

AMLETO IN SALSA PICCANTE 26-28 MARZO 2010

“È sempre stato un momento meraviglioso – benché mi desse anche grandi sofferenze – riuscire a creare solo con delle parole di dialogo una storia, dei personaggi e delle atmosfere. È una straordinaria magia senza descrizioni e racconti: solo attraverso il dialogo creare personaggi, far venir fuori i loro problemi, situazioni e momenti della loro vita. Non c’è piacere al mondo maggiore di quello di assistere alla loro nascita, vederli formarsi, rendersi conto che una volta creati esistono veramente, hanno un nome, un carattere, una personalità, un modo di comportarsi, una storia dove sono rinchiusi e da cui non possono più uscire”.
Questo è il pensiero di Aldo Nicolaj nato in Piemonte, a Fossano, il 15 marzo 1920 e morto a Orbetello, Toscana, il 5 luglio 2004. Oltre che in Italia, le opere di Aldo Nicolaj continuano ad essere molto rappresentate all’estero, i suoi testi sono tradotti in 25 lingue. Nel 1990 nasce Amleto in salsa piccante, curiosa rivisitazione della famosa tragedia shakespeariana, in cui la vicenda del principe danese è vista attraverso le cucine del castello di Elsinore con gli occhi della servitù. Il cuoco è l'origine e la molla di tutta la sanguinosa vicenda, rivisitata e raccontata in chiave comica. L’impressione è che l’autore voglia ironicamente sottolineare l’inutilità degli affanni umani tracciando, con la cucina di Froggy, una linea ideale che supera le contingenze, che assiste alla storia umana e che addirittura talvolta la determina.
Per meglio gustare lo spettacolo è necessario conoscere la storia originale della tragedia di Shakespeare; per i due o tre spettatori che non la ricordano perfettamente segue un breve riassunto della trama:
Amleto è il principe di Danimarca. Tornato in patria alla fine dei suoi studi, trova che suo zio ha sposato sua madre ed è diventato re. Depresso per la perdita di suo padre e disturbato dal matrimonio incestuoso di sua madre, Amleto inizia a provare odio verso il mondo intero e soprattutto verso le donne. Le cose cambiano quando il fantasma del padre di Amleto appare a due suoi amici mentre montano la guardia al castello del re. Amleto inizia a dubitare della morte naturale di suo padre quando i suoi amici gli parlano di alcune rivelazioni fatte dal fantasma. Quando Amleto ha la possibilità di incontrare il fantasma di suo padre, scopre stupito che è stato ucciso da suo zio che, per impossessarsi del trono, gli versò nell'orecchio un veleno mortale. Il vecchio re chiede a suo figlio di vendicare la sua morte, e Amleto giura di farlo. Dopo l'incontro Amleto diventa ancora più tetro, ed i sovrani preoccupati mandano a chiamare Rosencrantz e Guildenstern (due amici dell'università) affinché indaghino sulla malinconia del principe. Questi tentano di rallegrare il principe sfruttando l'occasione dell'arrivo di una compagnia teatrale. Amleto va dagli attori per raccomandare loro una buona interpretazione nello spettacolo della sera. Il suo piano infatti consiste nel verificare se le accuse dello spettro sono vere inscenando un dramma simile a quello accaduto e osservando le reazioni del re: se il re si fosse mostrato turbato, ciò avrebbe significato che le accuse del fantasma erano fondate. L'idea riesce al meglio: quando infatti c’è la scena dell'avvelenamento, il re esce incollerito dal teatro. Il comportamento di Amleto rende suo zio, Re Claudio, sospettoso di suo nipote. Temendo che suo zio possa ucciderlo per qualche sospetto, Amleto finge la pazzia. Ma la persona che risente maggiormente della depressione e della pazzia di Amleto, è il suo amore Ofelia, la figlia di Polonio, buffone di corte. Le parole crudeli di Amleto sulle donne fanno pensare ad Ofelia che Amleto abbia perso il senno e che non l'ami più. Un giorno, mentre Amleto discute animosamente con sua madre, la Regina Gertrude, a proposito del suo matrimonio incestuoso, Polonio si nasconde dietro una tenda nella stanza della Regina per origliare la loro conversazione. Un leggero rumore dietro la tenda fa credere ad Amleto che si tratti del re, così, preso da un impulso improvviso, trafigge la persona dietro la tenda con la sua spada al grido di “un topo, un topo!”. La perdita di suo padre e l'amore rifiutato di Amleto, fanno impazzire Ofelia che, ormai folle, annega tentando di cogliere dei fiori sulla riva del fiume. Il Re ora ha seri dubbi sul comportamento di Amleto ed invita il figlio di Polonio, Laerte, a vendicare la morte del padre. Proporrà ad Amleto un incontro amichevole di scherma o spada. Re Claudio, imbeve la spada data a Laerte con un veleno mortale. Decide anche un piano alternativo per uccidere Amleto, qualora il progetto precedente fallisse. Mette il veleno in una coppa di vino per celebrare un'eventuale vittoria di Amleto. Sfortunatamente, la regina è vittima del vino avvelenato ed Amleto viene avvelenato dalla spada. Quando realizza di essere stato ingannato, Amleto afferra con vigore la spada di Laerte e trafigge il re. Amleto è in fin di vita quando Orazio gli annuncia che Fortebraccio è appena tornato vittorioso dalla Polonia. Amleto allora lo propone come nuovo re e muore. Così la storia tragica di Amleto termina con la morte di Amleto e la caduta del re e della regina.

lunedì 5 ottobre 2009


In lavorazione il nuovo spettacolo per la stagione 2009-10: "AMLETO IN SALSA PICCANTE" di Aldo Nicolaj. A breve ulteriori dettagli
Peppino Colace

giovedì 10 settembre 2009

TRE PROPOSTE MATRIMONIALI

Con un po di ritardo arriva il mio post relativo allo spettacolo che si è tenuto al teatro "IL PICCOLO" il 17 18 e 19 Aprile di questo spettacolare anno 2009. Voglio ringraziare tutta la compagnia che quest'anno si è arricchita di new entry veramente di alto livello. Anna D'amato, Nando Pepe, Sara Saccone, Manuela Cervone che hanno dato un contributo veramente importante alla riuscita dello spettacolo. A testimonianza di ciò è arrivato il premio come migliore attrice non protagonista alla grande (in tutti i sensi) Anna D'amato. Una attrice versatile e preparata.. così come del resto tutto il cast. Non è stato facile preparare e dirigere questo spettacolo.. tre atti unici, tanti personaggi diversi da loro, tre scene... comunque il risultato è stato più che dignitoso. Come sempre le fotografie e la locandina sono della nostra Arti designer Rosa Scherillo.
Siamo pronti per la prossima avventura.















Informazioni personali

Si prefigge lo scopo di promuovere l'arte teatrale proponedo spettacoli in lingua e/o in dialetto, munendosi di tutti i mezzi necessari e adottando tutte le necessarie opzioni per agire nel rispetto della normativa vigente. Inoltre , la promozione della pratica teatrale con l'organizzazione di corsi e stages di aggiornamento , anche nell'ambito scolastico. Questa operazione accomuna attori provenienti da esperienze e compagnie differerenti, nello spirito di arricchimenti e scambi professionali, culturali, ma, soprattutto, umani.